Conservazione ambientale e rapporto valore/prezzo sono due fattori sui quali il bambù non teme la concorrenza dei pavimenti in legno.
Legni come il rovere richiedono decenni per crescere e una volta tagliati devono essere ripiantati; il bambù invece matura in 6-7 anni e una volta tagliato ricresce spontaneamente.
BAMFLOR è prodotto con bamboo MOSO di primissima scelta; potete dormire sonni tranquilli sapendo che il vostro pavimento durerà oltre dieci volte il tempo che la pianta ha impiegato per crescere.
Il rapporto valore/prezzo del bamboo è un altro fattore che causa malumore a produttori e distributori di pavimenti in legno.
Quando si parla di prezzi ogni confronto va fatto con formati e finiture di livello simile; prendete in mano un nostro maxilistone Hi-Density, provatene la robustenzza e osservatene l’eleganza e la naturalezza della finitura Bona, poi affiancateci un listoncino di rovere di seconda scelta a pari prezzo e vi renderete conto che il confronto non regge.
Quando si parla di pavimenti in legno le caratteristiche principali da tenere in considerazione sono durezza della superficie e stabilità dimensionale.
Difficilmente un legno avrà entrambe le caratteristiche ai massimi livelli; ci sono legni molto duri ma poco stabili come ad esempio l’Olivo e legni molto stabili ma poco duri come il Teak.
Il bamboo ha entrambe le caratteristiche di durezza e stabilità ai massimi livelli; se poi parliamo del bambù pressato Hi-Density si tratta di uno dei materiali più duri in assoluto ed è pure estremamente stabile.
Il bamboo salva le foreste che, purtroppo, nel corso di questi anni stanno scomparendo.
Botanicamante il bamboo non è un legno ma un’erba che raggiunge il massimo sviluppo in poco più di un anno ma le caratteristiche del legno in 6-7 anni, si rigenera senza il bisogno di essere ripiantata e richiede un uso di fertilizzanti o antiparassitari minimo.
Grazie alla sua rapida crescita una piantagione di bamboo permette una raccolta annuale, mentre gli alberi hanno bisogno di essere tagliati a rotazione ogni dieci anni. L’utilizzo del bamboo salva intere foreste e tutta la fauna che vi abita, preservando in questo modo la biodiversità.
Il bamboo libera circa il 35% di ossigeno in più rispetto ad una superficie della stessa estensione ricoperta da alberi, arrivando a filtrare circa 12 tonnellate di Anidride Carbonica per ettaro. In questo modo è possibile ridurre le emissioni di CO2.
Il fitto sistema di radici che caratterizza una foresta di bamboo protegge il terreno dall’erosione, rendendolo più compatto e più stabile in quelle aree che sono soggette a frane oppure che sono state duramente colpite dalla deforestazione.
Una raccolta attenta e scrupolosa del bamboo non uccide la pianta, che in tempi molto brevi emetterà nuovi getti e continuerà a tenere il terreno compatto.
In natura esistono circa 1200 specie di bamboo: quello utilizzato per la produzione di parquet è il phyllostachys pubescens detto anche Moso o Mao Bamboo che arriva dalla regione dello Zhejiang in Cina e si trova ad altitudini sotto i 500 metri.
I panda vivono a 4000 km di distanza da questi luoghi, ad altitudini comprese tra i 1000 ed i 2500 metri e si nutrono di foglie di bamboo più bassi rispetto a quelli utilizzati per la produzione del parquet.